espressione

Domandiamoci ogni giorno: «Cosa rimane di inespresso dentro di me?»

Qualunque cosa sia, dobbiamo tirarla fuori. Ma con giudizio: gli sproloqui dei folli non fruttano maggiore libertà. I seguaci del Tao usano l'espressione per conoscere meglio se stessi e potersi così affrancare dall'ignoranza e dalle circostanze.

Tutto ciò che di buono e unico è in noi dovrebbe venire alla luce. In caso contrario, ne resteremo soffocati. Mai frenarsi pensando che è meglio aspettare tempi più propizi. Il bene che è in noi assomiglia all'acqua di un pozzo: più vi attingiamo, più si rinnova. L'acqua inutilizzata, invece, non può che ristagnare.

Anche le forze oscure e malvagie che si annidano in noi devono trovare una giusta espressione. Cupidigia, odio, crudeltà, rancore: occorre portare tutto alla luce e neutralizzarlo con estrema cautela, come se stessimo disinnescando una bomba. Se il nostro cuore assomiglia a un campo minato, per poterne coltivare la terra in tutta sicurezza e tranquillità dobbiamo insistere nell'opera di purificazione.

Domandiamoci ogni giorno: «Cosa rimane di inespresso dentro di me?» Qualunque cosa sia, se non riusciamo a tirarla fuori non potremo fare emergere la nostra vera natura interiore.

Massima Tao

 

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